La sua storia fino alla statizzazione del 1959

La sua storia fino alla statizzazione del 1959 (ESTRATTO DALL'ANNUARIO DEL LICEO "A.M. ROVEGGIO")

CENNI STORICI

A Cologna Veneta, a partire dall’anno scolastico 1945/46, l 'Amministrazione Comunale, in un momento particolarmente difficile per la nostra Nazione, con un atto di coraggio, di fede e di ottimismo, istituì il Liceo Scientifico. Era appena terminata la guerra, che tanti disastri aveva provocato. Soprattutto gli ultimi due anni furono terribili per il nostro Paese, anche a causa dei bombardamenti aerei sulle città, dove diventava assai pericoloso frequentare le scuole, che nell'ultimo anno rimasero quasi tutte chiuse. Per questo, a Cologna, vennero aperti dei corsi privati di studio, seguiti da molti giovani, anche sfollati, appartenenti ai vari Istituti Superiori. Questi corsi si possono considerare come il primo passo verso la realizzazione di una Scuola Superiore. Le famiglie, allora, erano costrette, con rilevanti sacrifici finanziari, ad inviare i figli in scuole lontane o nei collegi e ciò era evidentemente possibile solo a pochi. Fra i vari Istituti Superiori, venne scelto il Liceo Scientifico, sia perché in quel momento il Ministero della Pubblica Istruzione non concedeva il Liceo Classico o l'Istituto Magistrale, sia perché questo tipo di scuola si trovava solo nel capoluogo, a Verona, era rispondente alle necessità della vita culturale del nostro tempo e dava accesso a quasi tutte le facoltà universitarie. L'Amministrazione Comunale, espressione del Comitato di Liberazione Nazionale, di cui era Sindaco l'avv. Eusebio CHECCHETTI, diede prova di notevole sensibilità e di vivo interesse per questo problema. E' qui doveroso anche ricordare, in modo particolare, I‘assessore Nunzio BACCIGA e il Segretario Comunale rag. Nello PICCOLI, animatori instancabili di questa bella e nobile iniziativa. La Giunta Comunale, con voto unanime, nella seduta del 21 novembre 1945, deliberò l'istituzione del Liceo Scientifico. Cologna Veneta, memore anche del suo passato illustre, dopo la scuola media statale, nata nel 1940, pure questa presente in pochissime località, poteva vantare anche un Istituto Superiore. Il Liceo venne autorizzato dal Provveditore agli Studi di Verona e successivamente dal Ministero della Pubblica Istruzione. Alle spese di manutenzione e al pagamento degli stipendi degli insegnanti e del personale provvedeva l'Amministrazione Comunale , ma anche gli alunni dovevano contribuire con una quota, che per molti era assai gravosa. Erano gli anni del dopoguerra, assai difficili per tutti, specialmente per la classe operaia. Il Liceo venne intitolato a Pier Luigi Mabil, nato a Parigi nel 1752. Venuto in Italia all'età di cinque anni, si stabilì a Cologna. Conseguita la laurea in giurisprudenza all'Università di Padova, esercitò l'attività forense nella sua città di adozione, dove in questo tempo fu anche Segretario della celebre Accademia dei Riposti. In seguito, fu pure professore di eloquenza e di diritto pubblico all'Università di Padova. Dopo 36 anni di vita Bolognese, si trasferì a Padova per poter meglio attendere all'educazione dei figli, ma considerò sempre Cologna come sua patria. Lo si rileva dai suoi scritti. Fu un uomo di vasta e profonda cultura e di elegante eloquio. La sua produzione storico-letteraria è assai ricca e molto importante. Basti ricordare la sua ottima traduzione di numerosi libri di Tito Livio. Come studioso e insigne Maestro seppe sempre fare onore alla sua terra adottiva. Morì a Padova nel 1832. Il Liceo cominciò a funzionare, nell'ottobre del 1945, con tre classi: una prima di 15 alunni, una seconda di 11, una terza di 11.Il totale degli iscritti, quindi, raggiunse il numero di 37. La Presidenza venne affidata al prof. Spartaco SANGIOVANNI, insegnante di lettere nella locale scuola media statale. Nel primo anno, fu ospitato nel Palazzo del Capitaniato, in aule piccole, nude e gelide. L'arredamento proveniva dagli scarti d'altre scuole: era uno strano mosaico di banchi e di mobili d'ogni dimensione. Solo chi ha lunga esperienza e profonda conoscenza delle immense e complesse attività che si svolgono nell'ambito di un Istituto d'istruzione secondaria, sa bene quanto sia indispensabile un'adeguata attrezzatura per un buon funzionamento. Chi ebbe occasione di frequentare il Liceo in quell'anno, ormai lontano, non può dimenticare il faticoso avvio. Tuttavia, dei valenti insegnanti, per lo più giovani, animati da grande dedizione, con uno stipendio inferiore a quello dei Colleghi dei corrispondenti Istituti statali, si impegnarono con tanto entusiasmo e poterono supplire, almeno in parte, a tante manchevolezze. Chi scrive non può non provare un fremito di nostalgia nel ripercorrere queste vicende, avendo fatto, giovane, le prime emozionanti esperienze, in anni lontani, ma dolci nel ricordo di Colleghi ed alunni indimenticabili. Alla fine dell'anno scolastico, tutti gli alunni sostennero gli esami davanti ad una Commissione nominata dal Provveditore agli Studi, composta da professori estranei alla scuola e presieduta dal prof. Attilio DAL ZOTTO, già Preside del Liceo Classico "Tito Livio" di Padova. Il risultato complessivo fu soddisfacente. Ai primi d'ottobre dell'anno 1946, il Liceo Comunale continuò con quattro classi, sempre come autorizzato. 149 alunni trovarono sistemazione nell'ex Banca, poi Casa del Fascio, attuale sede dell'Ufficio Anagrafe Municipale, che l'Amministrazione Comunale, dopo un certo adattamento dei locali, aveva messo a disposizione. Questo edificio, sia pure con i limiti derivanti dalle sue antiche strutture, costituiva una sede dignitosa. Le aule, infatti, presentavano un aspetto fresco e pulito ed erano anche dotate di un arredamento completamente nuovo. La Presidenza e la Segreteria si trovavano insieme ed erano state ricavate da un unico locale. Mancavano le aule speciali, i gabinetti di fisica, di chimica e la biblioteca. Al Liceo Scientifico che, dati i tempi scarseggiava di mezzi, toccò una gran fortuna: avere come Capo d'Istituto il prof. Attilio DAL ZOTTO, ex Preside del Liceo Ginnasio Statale "Tito Livio" di padovane glorioso Istituto patavino, egli aveva lasciato un incancellabile ricordo per le sue eccelse doti di Capo d'Istituto. La sua lunga esperienza di professore e di Preside fu utilissima a tutti i giovani insegnanti, che poi proseguirono altrove la loro brillante carriera scolastica. La sua preziosa opera contribuì moltissimo a portare la scuola ad un livello pregevole per serietà di studi, per efficienza didattica e per validità di risultati . Un uomo del genere era motivo di sicurezza per i professori, gli alunni e le famiglie. Alla fine dell'anno scolastico 1946/47, dopo una lunga e meticolosa ispezione, il Ministero della Pubblica Istruzione concesse il riconoscimento legale a tutte quattro le classi. La notizia fu accolta con grande gioia dagli alunni, dalle famiglie e da tutta la popolazione. Il periodo in cui l'Istituto fu riconosciuto legalmente è veramente un periodo che dobbiamo ricordare perché fu quello della sua affermazione, fu quello nel quale prese una sua inconfondibile individualità. Con l'inizio dell'anno scolastico 1947/48, le classi divennero cinque; il Liceo aveva così il corso completo, con 56 alunni complessivamente. Nella primavera dell'anno 1948, il Liceo ebbe l'alto onore di essere visitato dal Ministro della Pubblica Istruzione del tempo, on. prof. Guido GONELLA, che espresse il suo più vivo compiacimento per l'efficienza raggiunta. Alla fine dell'anno scolastico, 7 alunni della quinta classe affrontarono gli esami di maturità scientifica: 5 vennero dichiarati maturi. All'inizio dell'anno scolastico 1950/51, venne nominato Preside il prof. Giacomo TRIMELONI, già docente di italiano e latino presso il Liceo Classico "Maffei" di Verona. E' da notare che, per qualche tempo, il numero degli alunni rimase piuttosto fluttuante e toccò punte minime nell'anno scolastico 1952/53: infatti solo sei alunni si erano iscritti alla prima classe. La Giunta Comunale stava per sopprimere detta classe, fatto che poteva segnare la morte dell'istituto. Poi ci fu un ripensamento e si andò avanti con fiducia. Anche da questo fatto è facile comprendere quale calvario di ansie e di sacrifici dovette sopportare il nostro Liceo per poter sopravvivere, ma ogni conquista è frutto di sacrifici, di abnegazione, d'intelligenza. Nell'anno scolastico 1957/58, a Capo dell'istituto venne posto il prof. Lerino CANDIO, titolare di lettere nella locale scuola media statale. Va ora detto che la crescita di questa istituzione portò quasi annualmente seri problemi di organizzazione e di sistemazione, che vennero affrontati con decisione. Furono, infatti, ampliati i servizi igienici, creati gli uffici di Presidenza e di Segreteria, adattati i locali a laboratori di chimica e a gabinetti di fisica e di scienze naturali . Gli studi si mantennero, generalmente, a un buon livello per la presenza di bravi insegnanti e anche di alunni studiosi.

Prof. Mario Visentin